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La Storia di Canzano

Storia di feudi, di feudatari, di cambi di potere, di passaggi di eserciti che nel tempo plasmano, modificano e caratterizzano i luoghi e le persone. L’origine del paese non è certo databile. Insediamenti sono presenti nella valle del Vomano in età preistorica e protostorica. Nel periodo romano, sempre nella valle del Vomano, troviamo tracce di presenza romana.  Con la decadenza dell’impero romano a Canzano, come altrove, le vallate, già fulcro di commerci lungo le vie consolari, non sono più sicure, per cui gli abitati decidono di ripararsi nell’altura sovrastante. Il banditismo prima e le invasioni saracene poi, determinano il consolidarsi della nuova realtà abitativa, in un luogo ben organizzato e facilmente difendibile.

 

È in questo periodo che si sarebbe formato il nome di Canzano, che potrebbe derivare da Campus Attianus, colonia o famiglia romana presente sul fiume Vomano. Altri invece attribuiscono la fondazione di Canzano ad una colonia di africani, nel VI secondo d.c. da cui poi sarebbero derivati il nome De Nigris di una famiglia del luogo e lo stemma del Comune


Nel medioevo il nome di Canzano compare sempre più spesso nei documenti ufficiali, nei passaggi di proprietà tra baroni, feudatari e signorie, cui si uniscono i vari benefici stabiliti dalla Chiesa. Una prima citazione è del 1127, riferita ad un provvedimento di Guido Vescovo aprutino. Nel 1279 troviamo Matteo di Acquaviva, come proprietario di una quarta parte di Canzano. Un ruolo, quello degli Acquaviva che diventa sempre maggiore fin quando, nel 1526 Carlo V dona il feudo di Canzano a Don Ferrante Alarçon y Mendoza. Nel 1530 Canzano viene restituita a Giovanni Antonio di Acquaviva, conte di Gioia e VIII duca di Atri cui seguono liti per anni per la titolarità dei vari benefici, fino a quando nel 1654, Giosia II di Acquaviva, X duca di Atri e Alvaro di Alarçon y Mendoza si mettono d’accordo.Arrivano le invasioni francesi ed austriache, alla storia dei potenti si associa la storia del popolo con frequenti spunti di orgoglio e di rivalsa degli abitanti di Canzano e di Valle Canzano, pronti a rivendicare autonomia ed autodeterminazione. Il paese dimostra una straordinaria vitalità, è punto di riferimento nel territorio per civiltà e operosità con le sue attività nell'agricoltura, nell'apicoltura, nella bachicoltura, nell'estrazione di pozzolane. Ancora oggi la tradizione culinaria e del ricamo di Canzano vantano un posto di primo piano nella provincia teramana. Da visitare la Chiesa di San Salvatore (XII sec.) e la Chiesa della Madonna dell’Alno ( XVI), l’antico Torrione (XV sec.) , alcune grotte per la raccolta delle acque piovane e la Neviera per la conservazione degli alimenti.